UN CAPPELLO PIENO DI CILIEGE
l'ultimo romanzo di Oriana Fallaci

« Older   Newer »
  Share  
mareazzurro
view post Posted on 31/7/2008, 17:14 by: mareazzurro




Il titolo fallace

Be'... che l'uscita di libro della Fallaci avrebbe fatto rumore era ovvio.

Per di più, in questo caso, si tratta di una Fallaci diversa. Gli ingredienti per fare clamore c'erano tutti. Il libro non è un saggio, non è un reportage giornalistico. E' un romanzo. Di più, una saga. Sulla sua famiglia. L'uscita è ha generato liti tra i parenti. Tra quelli che dichiarano di averlo pubblicato per espressa richiesta dell'autrice e quelli che dicono invece che non avrebbe mai voluto che uscisse,perché non completato. Il romanzo esce postumo per desiderio dell'autrice... (?)

Io per prima ammetto di non averla mai amata molto, anzi, l'ho cordialmente detestata. Ma è comunque stata una testimone del secolo appena concluso. Una grande scrittrice? Non lo so. Dovrei scindere - diversamente da quanto avviene in questi giorni nei dibattiti in rete - tra il mio essere in totale disaccordo con lei e la qualità della sua scrittura. Non si può certo dire che non sapesse scrivere.

Non credo nemmeno che leggerò il libro. Gli ho dato una scorsa. Già l'albero genealogico in prima pagina non mi ha attirato granché.

Ho letto in questi giorni molti blog dove si discute animatamente dell'autrice e di quest'ultimo libro in particolare. Alcune affermazioni mi hanno anche fatto sorridere... Altre mi hanno annoiata... non amo leggere pareri prevedibili.

A proposito del titolo, qualcuno, ritenendo che l'errore ortografico sia frutto di una svista, ha pensato di comprare il libro per poi rivenderlo a maggior prezzo. Un po' come per il Gronchi rosa :D .

Ora... difficilmente un editore come Rizzoli avrebbe potuto incorrere in un errore così grossolano. Ho lavorato con editori infinitamente più piccoli, i quali, in presenza di errori di stampa provvedevano alla correzione prima dell'uscita in libreria, o subito dopo, ritirando le copie fallate dal mercato.

Ma non credo proprio sia questo il caso. Mi stupisce, anzi che qualcuno lo abbia potuto pensare! :00021031.gif: Prima dell'uscita di un libro del genere, immagino ci siano stati tali e tanti controlli...

Di seguito, posto lo stralcio di un'intervista che ha rilasciato Paolo Klun, segretario particolare di Oriana Fallaci, in cui tra i vari aneddoti, si parla anche del titolo. Per l'intervista completa, la fonte è www.ticinonews.

Di solito era di sera.
La Fallaci passava dalla cucina al tinello sempre con un’altra sigaretta accesa tra le labbra a fine di una solita, lunghissima, pesante giornata di lavoro. Stava mettendo mano alla traduzione inglese di “La forza della ragione” ed era sfinita. Non lo diceva. Il suo orgoglio e la sua disciplina non glielo permettevano.

“Un cappello pieno di ciliege”. Le piace il titolo?” Mi chiese. “Cilieg-i-e?” “Cilie-ge, senza la “i” e che nessuno s’azzardi a fare la correzione. N-e-s-s-u-n-o. Sono stata chiara? Vi-faccio-volar-via-la-testa-dal-collo-perdiooooo!

Il cappello è quello di un’antica ava, nonna Caterina. Caterina Zani, moglie di Carlo Fallaci”. Di cappelli, Caterina ne possedeva molti, proprio come la Fallaci, e fatti tutti da lei. Aveva il senso degli affari, un gran corredo cucito da sé stessa, era forte e bella coi capelli rossi. Era analfabeta, ma affascinata dalla cultura, accettò di sposare Carlo perché costui possedeva undici libri e perché le insegnasse poi a leggere e a scrivere. Si presentò a lui con quel cappello. Colmo di ciliege.

(...)

“E il titolo è meglio questo o “L’arca di Ildebranda” o “I passaggi nel Tempo” ?” Chiedeva come a lasciarti la responsabilità di una scelta così delicata che lei aveva già comunque preso. “Un cappello pieno di ciliege”, apparentemente così poco fallaciano, diverso rispetto a tutti gli altri, e che farà discutere anche lui con quella “i” mancante. E più di una volta l’ho vista passare, anzi davvero accarezzare, con soddisfazione e amore, le dita sulla parolina “Fine” centrata a epigrafe sotto tre asterischi dopo il punto ortografico che chiude il romanzo.

Questa trama epica, picaresca, colossale, fantastica e monumentale, un romanzo storico straordinario che profuma di Balzac, di Hemingway e dell’amato Jack London le piaceva, l’inorgogliva e la rendeva felice.

Sapeva che ci avrebbe lasciato qualcosa di grande.
Sapeva che lei non l’avrebbe mai visto sugli scaffali.
Sapeva che questo sarebbe stato il suo vero testamento.
Non i tre ultimi volumi, non le invettive, non le polemiche, non i dibattiti, né le interviste a sé stessa. Ma questo. Letteratura. Vera. Quella che di lei avrebbe potuto far dire finalmente senza dubbi, senza esitazioni, come desiderava, come teneva più di ogni altra cosa: “Oriana Fallaci, professione Scrittore”.

Paolo Klun
 
Top
5 replies since 21/7/2008, 05:47   1648 views
  Share